giovedì 16 giugno 2011

Resoconto CDF 2 Maggio 2011

Futuro assetto della facoltà

Con il DDL Gelmini si prospettano importanti cambiamenti per quanto riguarda l'assetto della facoltà.

Il nuovo assetto dell'università sarà dipartimentale e non più a facoltà. Il dipartimento sarà una struttura che dovrà gestire sia gli aspetti della ricerca che della didattica (questi dipartimenti differiscono dagli attuali che si occupano solamente di ricerca) . Ogni dipartimento deve prevedere, in accordo con quanto ipotizzato nello statuto d'ateneo, un minimo di 35 docenti che si aggregano per libera iniziativa.

La attuale Facoltà di Medicina verrà chiamata Scuola.

Il preside ha chiesto al CDF di discutere sul nostro migliore assetto futuro: un unico dipartimento che comprenda tutti e 137 i docenti della attuale Facoltà o più dipartimenti (massimo 3 dato che non è infatti possibile mantenere gli attuali 4 dipartimenti, in quanto la facoltà comprende 137 docenti)?

Noi vi riportiamo i punti che abbiamo colto nella discussione a favore e contrari a ciascuna ipotesi.


Dipartimento unico

Sarebbe costituito dai 137 docenti, 30 amministrativi e circa 40 tecnici per un totale di 200 unità.

  • PRESIDE: probabilmente con un unico dipartimento si potrebbero formare circa cinque o sei sezioni che sarebbero degli aggregati di professori con esclusivi interessi scientifici senza obblighi numerici.

Prof. ssa MESSA (parla a nome dei prof. Membri della Commissione Tecnica di Programmazione):

Vantaggi:

  • Costituiremmo la parte più rilevante del bilancio dell'ateneo e quindi i più forti economicamente;

  • Conserveremmo la nostra identità culturale di Medicina, mantenendo la attrattività che ci contraddistingue;

  • Manterremmo un unico interlocutore con l'esterno (provincia, regione, SSN), il Direttore di Dipartimento;

  • Riusciremmo a preservare il basso livello di conflittualità caratteristico della nostra attuale facoltà


  • non vi sarebbe la necessità di un coordinamento tra i diversi dipartimenti.


Svantaggi:

  • negli organi decisionali di ateneo avremmo un numero limitato di rappresentanti;

  • per la prevalenza medica del nostro dipartimento ridurremmo l'interesse di docenti esterni ad aggregarsi a noi;

  • rischio di privilegiare realtà di ricerca eccellenti e già ben avviate rispetto a progetti di piccole dimensioni o appena avviati.

prof. PESENTI si è dichiarato favorevole ad una tale organizzazione in quanto è convinto che un unico dipartimento sia più forte a livello della sede centrale. La presenza di un solo rappresentante all'interno del Cda, vero organo decisionale insieme al rettore, permetterebbe di avere un maggior peso nelle decisioni grazie al nostro peso economico e culturale. Crede, inoltre, che la struttura di coordinamento nell'eventualità dei 3 dipartimenti sia troppo debole e priva di effettiva operatività.

Prof CESANA........

Tre dipartimenti

E' bene che ciascun dipartimento presenti ben più di 35 docenti ciascuno per evitare che nel caso di pensionamenti (a cui molti professori sono ormai prossimi) si vada al di sotto del numero previsto dallo statuto. In questo caso servirebbe un organo di coordinamento presieduto da un coordinatore con il compito di fare da supervisore all'operato dei 3 direttori di dipartimento per quanto riguarda, in particolare, la didattica.

Un'ipotesi di suddivisione dipartimentale esposta dal PRESIDE sarebbe:

  1. - Dipartimento di Neuroscienze: formato da circa 50-55 docenti afferenti all'area chirurgica e dall'attuale dipartimento di Neuroscienze.

  2. - Dipartimento di Sanità pubblica: costituito dagli ambiti di Igiene e Sanità pubblica (Cesana), medicina interna (Mancia), e da circa 20 docenti di statistica medica ed epidemiologia (dall'attuale facoltà di Statistica). Secondo Mancia e Cesana queste realtà sono accomunate dall'essere radicate sul territorio riguardo agli aspetti sociali, culturali e di prevenzione; vantano inoltre una notevole produzione scientifica e dispongono di rilevanti fondi di ricerca.

  3. - Dipartimento dell'Area dei Servizi: comprenderebbe i rimanenti dell'area della medicina interna, la medicina sperimentale e parte delle scienze di base.

Il prof MANCIA, a cui si associano fra gli altri anche Tredici, Cesana e Masserini, si è detto a favore dei 3 dipartimenti, poiché un unico dipartimento non costituirebbe una novità e, di fatto, è come se eludesse il DDL Gelmini. Bisogna considerare anche che tutte le facoltà esterne e interne all'ateneo stanno optando per più dipartimenti.

Prof. MENEVERI: Una tale organizzazione consentirebbe anche di mantenere quel basso profilo di conflittualità che ha contraddistinto la nostra facoltà fino ad oggi, perché i dipartimenti sarebbero entità omogenee al loro interno (nel limite del possibile) e questo eviterebbe contrasti in eventuali situazioni di ristrettezze economiche. Il notevole carico di lavoro e le numerose responsabilità decisionali derivanti da una realtà così ampia e complicata come quella dell'area medica sarebbero poi affidate a ben 3 direttori di dipartimento e non ad uno solo, che non potrebbe materialmente gestire tutto questo in modo efficiente.

Al termine del confronto tra i docenti, il preside Stella ha invitato gli astanti ad una votazione consultiva per vagliare l'orientamento prevalente: 35 docenti si sono dichiarati favorevoli al dipartimento unico mentre 25 erano favorevoli ai tre dipartimenti ottenendo così una differenza di 10 voti che il preside ha definito "non sostanziale".

All’interno del dibattito in aula non è mai emerso con chiarezza quale potrà essere la futura organizzazione della didattica. Per questo motivo desideriamo intervenire al prossimo CDF chiedendo ai professori quali prospettive ci sono per quanto riguarda l’organizzazione della didattica nei due possibili assetti dell’Università.